Powder in Val Calamento (Lagorai, TN)
La nevicata di domenica scorsa mi ha messo una voglia di neve pazzesca. La prima gita con gli sci della stagione 2019 nelle zone più prossime alla pianura veneta doveva essere un successo e quindi andava pianificata con estrema cura.
Ecco gli elementi di cui dovevo tenere conto:
- Come spesso capita, sono da solo, dunque sicurezza innanzitutto
- Ok, sicurezza, ma vorrei anche neve bella, se possibile. E come gli scialpinisti sanno, neve bella significa versante Nord
- Non deve esserci bosco, perché dopo l’alluvione/tromba d’aria dello scorso autunno i boschi delle zone sudest del trentino e delle Dolomiti meridionali non se la passano per niente bene, anche se il gran lavoro svolto ha permesso il ripristino di molte piste forestali
- Mi sarebbe piaciuto fare un itinerario nuovo, ma preferisco andare sul sicuro ed avere qualche riferimento
- Vorrei un bel rifugio nei paraggi per fare merenda a fine gita
Chi mi conosce, sa che sono un fanatico del Lagorai.
Faccio un paio di telefonate, la Malga Baessa è aperta tutti i weekend dal venerdì (compreso) da qui ad aprile. Ottimo! Da tanto tempo non vado in val Calamento.
Arrivo su alle 9.30 dopo quasi 3 h di macchina. Non vedo l’ora di mettere le gambe in movimento. Il tempo di pellare e infilare gli scarponi (sempre scomodi) e mi incammino sulla strada del passo Manghen. La abbandono dopo 30′ circa per salire a sinistra lungo la pista forestale che sale verso le malghe Cagnon e Casabolenga (per chi vuole fare una semplice ciaspolata queste malghe possono rappresentare già una ottima meta, la neve è piuttosto pestata e le ciaspole potrebbero non essere indispensabili).
Arrivo a malga Cagnon di sotto che sono indeciso: proseguo verso lo Slimber o salgo alla malga di sopra e proseguo vero il Baitol? Purtroppo da qui non si vede il Baitol, magari è stato pelato dal vento, mentre la neve verso lo Slimber pare mooolto bella. Inoltre si sta rannuvolando (accidenti, c’era un così bel sole fino a 2h fa!). Ok, deciso: vado allo Slimber. Salgo verso il passo di Palù e capisco che ho fatto la scelta giusta: c’è una traccia battuta, ed una sola traccia di discesa: fantastico, un sacco di pendii vergini da disegnare!
Quando arrivo al passo il cielo si è quasi del tutto rannuvolato, ma per fortuna niente nebbia. Deposito gli sci al Passo dei Garofani e salgo in cima piccozza alla mano, non si sa mai.
Provo a guardare altri itinerari. Con grande sorpresa vedo che il Sasso Rosso dal Rif Sette Selle non è fattibile: la neve non copre ancora la pietraia. Avevo preso in considerazione quell’itinerario durante le riflessioni di ieri sera: pericolo scampato, ci sarei rimasto davvero male!
Mi rimetto gli sci e scendo con molta prudenza i primi metri (sassi nascosti!)
Ma dal passo in giù è pura goduria! Una delle nevi migliori di sempre! E mi ricordo che nel 2010, la volta precedente che ero stato qui, avevo trovato neve altrettanto goduriosa.
Lungo la discesa mi imbatto in un’altra traccia di salita: sale verso la bocchetta di Cima Cagnon. Ma non vedo tracce di discesa, poi mi ricordo che nelle ‘sacre guide’ del Lagorai (Luciano Navarini, Alessandro Beber) questo è descritto come un itinerario da fare ad anello, con discesa sul versante opposto.
Quando arrivo al passo, infatti, vedo tracce di discesa sul versante opposto. Ma sono già le 14.30 e non mi fido a fare una cosa mai vista prima. Sono anche un po’ stanco. Sciare in farina è bello, ma richiede un surplus di energia!
Va bene così torno indietro e faccio un’altra discesa coi fiocchi.
Anche questa discesa me la ricorderò a lungo. Per chiudere in bellezza esce anche il sole, e così posso anche vedere la mia ombra davanti a me mentre disegno S sui pendii nei pressi di malga Cagnon. Da lì in poi è tutta stradina….fino al birrone e al piatto di salumi e formaggi che mi divoro alla Baessa chiacchierando piacevolmente con Franco.
La stagione è iniziata alla grande. Sarà dura tenere questo livello!
Invidia, invidia, invidia!
Sempre belli i tuoi racconti.